La “giusta ricetta” per la sindrome dell’ovaio policistico


 

Principale causa di infertilità femminile e di oligoamenorrea (ridotta frequenza o assenza dei cicli mestruali), la sindrome dell’ovaio policistico (PCOs) è caratterizzata da:

  • Ipersecrezione di ormoni maschili, chiamati androgeni, che solitamente si manifesta clinicamente con un aumento della peluria in zone tipicamente maschili (il cosiddetto “irsutismo”) e/o acne
  • Riscontro all’ecografia di ovaie ingrandite, con presenza di piccole cisti (raccolte di liquido) all’interno dell’ovaio (aspetto micropolicistico)
  • Sovrappeso corporeo e/o insulinoresistenza (una condizione in cui l’insulina non riesce ad agire correttamente e sono quindi necessari livelli più alti di questo ormone perché riesca a funzionare)

Come si può curare la sindrome dell’ovaio policistico?

Le evidenze scientifiche sottolineano come un corretto regime alimentare e attività fisica abbiano un ruolo importante nel migliorare i sintomi e le complicanze della sindrome dell’ovaio policistico.

Secondo le linee guida della Endocrine Society, la terapia iniziale è la perdita di peso, affiancata da una regolare attività fisica. Una riduzione iniziale del 5% del peso corporeo (es. 5 kg per una persona di 90 kg), infatti, può consentire  la ripresa della corretta regolarità mestruale , garantendo l’ovulazione e il conseguente ripristino della  fertilità, oltre che ridurre i fattori di rischio cardiometabolici. Questo obiettivo, da ottenere e mantenere a lungo termine, va conseguito non solo nei soggetti obesi, ma anche nelle donne in sovrappeso.

Sindrome dell’ovaio policistico: consigli alimentari

Il piano alimentare a indice glicemico controllato prevede:

  • Riso e pasta integrali cotti al dente
  • Cereali integrali (orzo, farro, kamut, quinoa)
  • 3-5 porzioni di verdura e frutta al giorno: meglio evitare quella ricca in zuccheri come banane, cachi, fichi, uva, ma anche frutta disidratata e sciroppata
  • Legumi, almeno 3-4 volte a settimana
  • Pesce (sia fresco che surgelato) e carne scelta nelle parti più magre di  manzo, vitello, pollo, coniglio, tacchino, lonza di maiale. Meglio preferire la cottura a vapore, alla griglia o al forno.
  • Due uova la settimana, cucinate alla coque o sode (comprendendo il loro utilizzo per la preparazione di altri piatti).

Sindrome dell’ovaio policistico: alimenti amici e nemici

Si consiglia di limitare l’assunzione di zucchero, dolci e bevande zuccherine. Da privilegiare, invece, alimenti ricchi di grassi mono e polinsaturi, come pesce azzurro, frutta secca, olio extravergine d’oliva, olio e semi di lino, riducendo il consumo di grassi saturi come insaccati, burro, olio di palma e di cocco, formaggi stagionati, carni grasse.

Una buona idratazione è fondamentale, almeno con un litro e mezzo di acqua al giorno. Da evitare i nemici come fumo e alcolici e limitare, invece, la caffeina.

È consigliato ridurre il sale  e limitare il consumo di alimenti che ne contengono in elevate quantità, come dadi, salse o alimenti in scatola.

I 4 consigli del nutrizionista

Scopriamo 4 utili consigli con la dottoressa Elisabetta Macorsini, biologa nutrizionista di Humanitas Mater DominiHumanitas Medical Care Arese Varese.

  1. Praticare regolare l’attività fisica, soprattutto aerobica, a bassa intensità e lunga durata (corsa, camminata e nuoto). In questo modo, migliora notevolmente la risposta dei tessuti all’insulina
  2. Evitare la sedentarietà e rendere il proprio stile di vita più attivo: ad esempio si può andare al lavoro a piedi, in bicicletta o parcheggiare lontano, evitare l’uso dell’ascensore e fare a piedi le scale
  3. Eliminare il fumo perché, oltre ad essere dannoso per le ovaie, rappresenta anche fattore di rischio cardiovascolare        Clicca qui e scopri 5 consigli per smettere di fumare
  4. Se in sovrappeso, ridurre il peso e la circonferenza addominale. Valori di circonferenza vita superiori a 94 cm nell’uomo e ad 80 cm nella donna sono associati ad un rischio cardiovascolare moderato, valori superiori a 102 cm nell’uomo e ad 88 cm nella donna sono associati, invece, ad un rischio elevato. Tornare ad un peso normale permette di ridurre i livelli di glicemia nel sangue e tutti gli altri fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia).

E se…

  1. Non voglio consumare primo e secondo piatto”: per chi non desiderasse consumare sia il primo che il secondo piatto, è consigliato preferire  un piatto unico di carboidrati e proteine (ad esempio pasta al tonno, pane e prosciutto, riso e piselli, insalata con uova o mozzarella accompagnata da pane o crackers). Importante, sarebbe associare sempre una porzione di verdura
  2. Ho molta fame tra un pasto e l’altro”: è possibile programmare uno o due spuntini al giorno. Meglio evitare spuntini con tanti zuccheri e preferire quelli che forniscono un apporto più proteico. Alcuni esempi: uno yogurt bianco magro accompagnato da due cucchiai di cereali integrali da colazione oppure un piccolo panino integrale (20-30 g) farcito con 30 g di affettato magro (prosciutto cotto o crudo sgrassati o bresaola). Per combattere la fame fuori pasto, si può anche tenere nel frigorifero verdure crude già pulite e pronte da sgranocchiare (ad esempio, sedano, finocchio, carote, pomodori o peperoni, secondo le preferenze individuali).

Sindrome dell’ovaio policistico: parola all’endocrinologo

La sindrome dell’ovaio policistico è una diagnosi di esclusione, poiché altre malattie possono manifestarsi con un quadro clinico simile. È necessaria, quindi, una valutazione specialistica ed esami del sangue e/o ecografie mirate”, spiega il dottor Alberto Stefano Tresoldi, endocrinologo di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Arese, che sottolinea quanto sia importante il corretto inquadramento di questa condizione:

  1. Non tutte le PCOs sono uguali: diversi possono essere i sintomi e le problematiche legate alla sindrome, sia fra diverse pazienti, che nella stessa paziente a seconda delle diverse fasi della vita
  2. I diversi segni e sintomi associabili alla malattia, rendono fondamentale un approccio multidisciplinare, che si avvale di diversi specialisti (nutrizionista, endocrinologo, ginecologo, dermatologo, etc.)
  3. Accanto a dieta ed attività fisica, esistono trattamenti specifici volti alla gestione dei diversi problemi legati a questa sindrome.

Rispondi